Ginecologia – Calcolosi delle vie urinarie

Calcoli renali

I calcoli renali (nefrolitiasi) sono delle piccole aggregazioni di sali minerali che si formano nel tratto urinario, non solo per una predisposizione genetica ma anche a causa di un’alimentazione inadeguata.
I calcoli sono depositi di consistenza dura che si formano per precipitazione dei sali minerali contenuti delle urine (calcio, ossalato, fosfati ed acido urico). La formazione di un calcolo è favorita dall’aumento della concentrazione di questi elettroliti o dalla riduzione del liquido che li tiene in soluzione (scarso volume di urine). Quando i sali si aggregano tra loro formano dapprima cristalli, quindi microcalcoli ed infine calcoli che possono raggiungere le dimensioni di una pallina da golf. Proprio a causa della loro forma e composizione chimica i calcoli renali possono muoversi dalla sede di origine ed andare ad ostacolare il flusso dell’urina. Tale ostacolo, oltre a causare un dolore spesso intenso, favorisce lo sviluppo di infezioni urinarie e, se persiste per lunghi periodi, aumenta le possibilità di danno ai reni, fino a sviluppare un’insufficienza renale progressiva. Normalmente le urine contengono sostanze macromolecolari (di natura proteica) e micromolecolari come il citrato o il magnesio che impediscono la formazione di calcoli, anche se non sempre tali composti sono presenti in quantità adeguate o svolgono efficacemente la loro funzione. Anche i mucopolissaccaridi, grazie alle loro proprietà colloidali favoriscono il mantenimento in soluzione dei sali evitando la formazione di calcoli renali.

Classificazione dei calcoli renali

In base alla composizione chimica si distinguono diversi tipi di calcoli, ognuno dei quali richiede un approccio terapeutico differente:

  • Calcica (70-80%) – Ossalato di calcio (60%), fosfato di calcio (10%) o entrambi (30%)
  • Urica (5-10%) – Acido urico, urato di calcio
  • Mista (5-10%) – Ossalato di calcio, acido urico e fosfato di calcio (30%)
  • Cistinica (1-2%) – Cistina
  • Infettiva (10-15%) – Struvite (fosfato, ammonio, magnesio), struvite e carbonato apatite o urato di ammonio, fostato di calcio

Fattori di rischio

I calcoli renali sono abbastanza diffusi nella popolazione dato che colpiscono in media circa il 3% delle persone. Nei maschi di età compresa tra 20 e 40 anni l’incidenza della malattia supera il 15% a causa della contemporanea presenza di più fattori di rischio.
Le cause all’origine della calcolosi non sono ancora state completamente chiarite, anche se esistono dei fattori predisponenti che aumentano sensibilmente la probabilità di formare calcoli:

  • Sesso – I maschi hanno una probabilità tripla rispetto alle donne di sviluppare calcolosi alle vie urinarie, probabilmente a causa di un’elevata concentrazione di citrato nelle urine femminili, direttamente correlata al tasso degli estrogeni
  • Scarso introito di liquidi – Un flusso di urine limitato favorisce il ristagno, quindi la precipitazione dei sali in esse contenuti
  • Disidratazione per aumentata perdita di liquidi (diarrea, iperidrosi ecc)
  • Età – I calcoli renali si formano prevalentemente tra 20 e 40 anni
  • Acidità delle urine – Un pH urinario inferiore a 5
  • Storia familiare di calcoli renali – Ad esempio nel caso dei calcoli di origine cistinica, a causa di un difetto congenito del rene, la cistina, aminoacido scarsamente solubile nelle urine, precipita formando dei cristalli
  • Infezioni croniche delle vie urinarie
  • Abuso di alcuni medicinali o di integratori salini e vitaminici
  • Ipertiroidismo (effetto catabolico sul tessuto osseo) e Iperparatiriodismo (aumento della calcemia)
  • Alimentazione inadeguata
  • Razza – Maggiore incidenza dei calcoli renali nella razza bianca ed asiatica
  • Clima – La maggiore sudorazione durante i periodi caldi e secchi, aumenta la concentrazione delle urine e la precipitazione dei calcoli se non reintegrata con un adeguato apporto di liquidi

Sintomi

Il calcolo renale può ostruire il passaggio dell’urina all’interno dello stesso rene o più facilmente nel passaggio tra l’organo emuntore e l’uretere, che collega il rene alla vescica, causando dolore e colica renale.
Fortunatamente non tutti i calcoli si muovono e causano coliche. Molte persone però pur non avendo alcun sintomo presentano dei disturbi premonitori come bruciore e stimolo frequente di urinare. Generalmente la colica renale causa un dolore intenso ed improvviso che compare al fianco, solitamente da un solo lato, costringendo il paziente a piegarsi su se stesso. Tale dolore può procedere a fasi alterne diminuendo di intensità per un attimo, per poi peggiorare rapidamente.
Quando il calcolo si muove scendendo nell’uretere ed avvicinandosi alla vescica possono comparire ulteriori sintomi come il bisogno frequente di urinare ed il bruciore; a tutti questi segni possono associarsi altri disturbi come la nausea, il vomito e la presenza di urine torbide, a volte con sangue e di cattivo odore. Altre volte vi è una incapacità totale di emettere urine.

Diagnosi

La diagnosi di calcoli renali viene effettuata con una serie di esami strumentali e di laboratorio. L’analisi delle urine ha lo scopo di ricercare alterazioni nell’equilibrio elettrolitico e l’eventuale presenza di tracce di sangue. In questo modo è possibile intervenire assumendo un regime alimentare povero degli elementi presenti in eccesso e prevenire lo sviluppo di calcoli. Fra le indagini più comuni vi sono poi la radiografia e l’ecografia dell’addome che evidenziano la localizzazione dei calcoli calcarei in quanto composti da sostanze radio opache, mentre non risultano distinguibili i calcoli di acido urico o di cistina. La diagnosi di calcoli renali può essere confermata anche con indagini più complesse come l’urografia, che prevede l’iniezione di un mezzo di contrasto per via endovenosa e la TAC spirale, esame molto preciso ed affidabile.

Cura e trattamento

In caso si colica renale è opportuno somministrare farmaci antispastici che rilassano la muscolatura liscia, farmaci analgesici per ridurre il dolore o FANS che risolvendo il dolore, interrompono il circolo vizioso dolore-spasmo-dolore senza interferire con il mantenimento della peristalsi ureterale, indispensabile per la progressione e l’eliminazione spontanea del calcolo. L’uso di antispastici andrebbe invece limitato ai casi in cui la progressione del calcolo, a causa delle sue dimensioni e morfologia, appaia estremamente improbabile.
Per favorire l’eliminazione del calcolo renale si può ricorrere al metodo del “colpo di acqua” in base al quale si invita il paziente a bere rapidamente un litro/un litro e mezzo di acqua minimamente mineralizzata, in modo da scatenare una potente spinta urinaria che faciliti l’espulsione del calcolo. In genere se il calcolo ha un diametro inferiore ai 4 mm nell’80% dei casi si ha l’espulsione spontanea. È possibile fare ricorso anche a diverse tecniche, chirurgiche e non, a seconda della grandezza e della sede del calcolo renale:

  • Litotrissia extracorporea
    Una serie di onde d’urto generate esternamente al corpo del paziente favoriscono la frantumazione del calcolo e l’eliminazione spontanea dei piccoli frammenti. Tale intervento è indicato in caso di calcoli di piccole e medie dimensioni (inferiori agli 1,5-2 cm)
  • Litotrissia uretrale endoscopica
    Attraverso una piccola sonda inserita per via uretrale viene raggiunto il calcolo e frantumato con ultrasuoni o raggio laser
  • Litotrissia renale e percutanea
    Procedimento invasivo che consiste nel frantumare il calcolo ed estrarne i frammenti tramite uno strumento inserito attraverso un piccolo foro effettuato nel fianco
  • Trattamento chirurgico
    Si rende necessario nei casi estremi o qualora le precedenti tecniche abbiano dato scarsi risultati

Prevenzione

La formazione dei calcoli non dipende solo da un’alimentazione scorretta ma anche e soprattutto da una predisposizione di origine genetica, o da una malattia o un disturbo predisponente. Per questo motivo non esiste una dieta precisa ed universale per impedire la formazione dei calcoli renali ma piuttosto una serie di raccomandazioni utili per contrastare la formazione dei calcoli renali.
Prima di tutto è fondamentale mantenere idratato l’organismo assumendo le giuste quantità di liquidi (2-3 litri di acqua al giorno), proporzionate al tenore alimentare, all’attività fisica svolta e alle condizioni di salute. In questo modo infatti, le sostanze presenti nelle urine vengono maggiormente diluite, diminuendo le possibilità che precipitino e si aggreghino. Spesso, in presenza di calcoli renali è consigliabile preferire acque oligominerali o minimamente mineralizzate in modo da contenere l’apporto di sodio e calcio. Nei pazienti affetti da calcolosi è importante inoltre ridurre il consumo di sale sostituendolo con spezie o con il sale iposodico; limitare l’assunzione di cibi ricchi di ossalati e iperproteici, aumentare il consumo di frutta e verdura e di alimenti alcalinizzanti urinari (citrato di magnesio e di potassio). Tra i rimedi naturali utili per migliorare i sintomi dolorosi nei pazienti affetti da calcolosi renale vanno ricordate le piante ricche in mucopolisaccaridi, per le proprietà colloidali, che mantengono in soluzione i sali minerali nelle urine, e le piante ad azione diuretica che possono facilitare l’espulsione del calcolo renale tra le quali meritano particolare attenzione Betulla (Betula alba), Tarassaco (Taraxacum officinale) e Gramigna (Triticum repens).