La pulizia quotidiana della pelle, a qualunque età, è una procedura importante ed essenziale alla base della cura di sé, dal momento che non solo rimuove lo sporco indesiderato o eventuali batteri dalla pelle, ma anche le cellule morte superficiali, preparando la pelle ad assorbire meglio i trattamenti (farmaci/creme) per uso topico.
Problemi comuni come irritazioni, xerosi, dermatiti, eczemi, psoriasi, acne, rosacea e fotodanneggiamento lasciano la pelle vulnerabile agli insulti esterni soprattutto a causa di un’alterazione della barriera cutanea dello Strato Corneo (SC).
Nella detersione quotidiana è importante pertanto ridurre al minimo qualsiasi ulteriore indebolimento della barriera dello strato corneo, utilizzando detergenti delicati ed emollienti, che abbiano un pH neutro o acido (intorno a pH 5,5) e che non aggrediscano o alterino tale barriera provocando secchezza, irritazioni e prurito.
Per igiene intima si intendono tutte quelle pratiche utili a mantenere in un buono stato di salute gli organi genitali e in buona efficienza le loro funzioni. L’abitudine ad una corretta igiene intima è una pratica molto salutare, che andrebbe insegnata sin dall’infanzia. È importante infatti non solo stabilire le semplici modalità di lavaggio e pulizia, ma anche e soprattutto adottare una serie di comportamenti utili per prevenire disturbi di vario tipo (perdite, irritazioni, infiammazioni, cistiti ecc.).
È importante eseguire la pulizia intima detergendosi e sciacquandosi sempre dall’alto verso il basso, in modo da non trascinare i batteri intestinali, presenti nella zona anale, verso la vagina e l’uretra.
Si raccomanda di detergere in modo mirato e con prodotti specifici le zone intime in quanto le zone genitali sono rivestite da una mucosa, ovvero non hanno uno strato corneo, che funge da corazza protettiva, come le altre parti dell’epidermide, quindi, sono più delicate, vulnerabili e permeabili. Inoltre nella zona genitale interna della donna, il pH è molto più acido rispetto al resto della pelle, e ciò per uno scopo ben preciso. L’ambiente acido, infatti, favorisce la presenza di determinati microrganismi, utili e, comunque, non nocivi in questa sede, e ostacola, sia direttamente che indirettamente, l’insediarsi di altri microrganismi nocivi. I saponi troppo alcalini quindi non vanno bene per detergere le zone intime in quanto causerebbero una variazione del pH e questo, a sua volta, favorirebbe la crescita indiscriminata della Candida e di altri batteri patogeni. Quindi, una corretta igiene intima deve sempre rispettare le difese naturali presenti sugli organi genitali, soprattutto della vagina, perché costituisce il tramite tra l’esterno e l’apparato interno e funge da barriera contro eventuali “aggressori”.
Numerose ricerche confermano che moltissimi giovani soffrono di irritazioni, infezioni e arrossamenti delle parti intime, provocati semplicemente da una scarsa o scorretta igiene.
Una corretta e accurata igiene intima rappresenta quindi un primo passo importante per intervenire e fare prevenzione su una serie di disturbi che interessano l’apparato genitale maschile e femminile.
Una regolare igiene intima è indispensabile sia per le donne che per gli uomini in quanto in entrambi è fondamentale per evitare ristagni di secrezioni che possono provocare facilmente alcalinità e irritazioni delle mucose genitali. Essendo zone particolarmente delicate, sono provviste di numerose ghiandole sebacee che provvedono a una costante lubrificazione. È proprio questo sebo che, depositandosi nelle pieghe delle mucose genitali, si ossida e viene attaccato dai batteri.
Nella donna inoltre bisogna tener presente che l’apparato genitale è regolato da un meccanismo ormonale che cambia nel corso della vita, dall’adolescenza al periodo maturo, alla menopausa. L’importante è cercare di mantenere equilibrato questo meccanismo naturale avendone cura e rispettando alcune norme igieniche. Possono insorgere infiammazioni e stati infettivi della vagina e del collo dell’utero, che oltre ad essere piuttosto fastidiose, possono estendersi e causare problemi al partner. Esistono anche patologie di natura allergica, irritativa e traumatica, per reazione a sostanze chimiche, o per l’uso di biancheria sintetica o per il lattice di gomma del preservativo. Anche rapporti sessuali troppo frequenti, sfregamenti di indumenti stretti, alcuni sport (come l’equitazione o il ciclismo) possono causare irritazioni ai genitali. Una corretta igiene intima, quindi, può evitare, in presenza di tutte queste cause, la diffusione di germi patogeni e conseguenze più gravi.
Per una corretta igiene intima è opportuno utilizzare detergenti capaci di mantenere inalterata l’acidità naturale dell’ambiente. I prodotti ideali sono i detergenti acidi specifici, formulati per questa zona del corpo.
Nella donna durante il periodo mestruale
l’igiene intima deve essere particolarmente accurata e frequente, soprattutto durante i giorni di mestruazione utilizzando detergenti acidi, con un pH intorno a 4. Durante il periodo della menopausa, caratterizzato dalla cessazione dell’attività riproduttiva e, quindi, della produzione degli estrogeni (ormoni che servono anche a mantenere vitali ed elastici i tessuti dei genitali), si verifica un calo netto di difese strutturali importanti, quindi è estremamente importante seguire un’igiene intima scrupolosa, allo scopo di prevenire l’insorgenza di disturbi fastidiosi. Il periodo della gravidanza infine richiede un’accurata detersione locale cure igieniche intime particolari, soprattutto a causa di quelle perdite bianche determinate da una maggiore produzione di secrezioni mucose, che potrebbero favorire l’impianto di germi patogeni.
La pulizia va effettuata almeno due volte al giorno con un detergente adatto. La scelta del detergente intimo è molto importante per una corretta igiene dei genitali e per il mantenimento della loro salute. Un buon detergente infatti, deve rispettare il ph fisiologico e la flora batterica naturalmente presente in vagina. Il ph cambia al variare dell’età della donna: ha valori compresi tra 3,5-4,5 durante l’età fertile e per questo motivo andrebbero utilizzati detergenti con un pH intorno a 3,5-5,5, mentre è più elevato in menopausa e nell’età pre-puberale. Quindi il detergente deve essere sempre adeguato ai diversi eventi e alle esigenze specifiche che si susseguono naturalmente nel corso della vita. Il detergente, inoltre, non deve contenere tensioattivi aggressivi, che non rispettano la flora vaginale e assottigliano la mucosa vulvare, né profumi che sono responsabili di frequenti reazioni allergiche. Deve possedere un’azione antisettica, un’azione deodorante e rinfrescante significativa per il benessere della donna e dell’uomo e possibilmente deve contenere estratti di origine vegetale che svolgano un’azione lenitiva, idratante ed emolliente.
La pelle rappresenta la struttura più esterna del nostro corpo ed è perciò deputata anche alla custodia di un elemento indispensabile per la nostra sopravvivenza, l’acqua.
L’acqua è la fonte primaria dell’idratazione dell’organismo e in particolare rappresenta il più importante parametro per l’equilibrio funzionale e la salute della pelle, che complessivamente ne contiene circa il 67%, distribuita in modo molto diverso nei vari tessuti che la compongono. L’acqua, proveniente dai tessuti più profondi della cute, segue un percorso ben definito all’interno dei diversi strati cutanei: dal circolo sanguigno raggiunge il derma per poi diffondere regolarmente e costantemente fino agli strati superiori dell’epidermide e raggiungere la superficie più esterna costituita dalla barriera dello strato corneo, dove ha il compito di preservare l’idratazione cutanea.
L’idratazione naturale della pelle è il risultato di diversi meccanismi biologici con funzioni specifiche, che hanno luogo a livello di derma, epidermide e strato corneo. Questo tragitto dell’acqua dipende essenzialmente dalla secrezione delle ghiandole sudoripare, un processo attivo sottoposto al controllo del sistema nervoso, e delle ghiandole sebacee che insieme agli aggregati polipeptidici provenienti dal disfacimento dei corneociti, da sostanze di natura purinica e glucidica derivanti dalla denucleazione dei cheratinociti, e da lipidi di provenienza epidermica, costituiscono una miscela di sostanze lipofile e idrosolubili, il cui compito consiste nel proteggere la cute e, in particolare, nel mantenere idratato lo stato corneo. A livello dello strato corneo poi l’acqua libera, evapora attraverso un processo definito “perspiratio insensibilis” o anche perdita transepidermica di acqua (TEWL – Trans Epidermal Water Loss), che consiste nell’evaporazione costante e passiva di acqua sotto forma di vapore a livello dello strato più esterno dell’epidermide. La sua entità è molto variabile e dipende dal grado di umidità, dalla temperatura, dalla ventilazione ambientale. Il movimento dell’acqua fra le cellule nei differenti livelli dell’epidermide dipende anche da proteine specifiche denominate acquaporine, presenti nell’epidermide che formano dei canali preposti a veicolare acqua e ingredienti idrosolubili, trasportandoli in superficie. Una corretta idratazione dell’epidermide e dello strato corneo, è possibile solo se l’apporto idrico dal derma è sufficiente a bilanciare le perdite insensibili e se la capacità di idroritenzione dei comparti superiori della cute risulta efficente e costante.
A livello del derma, l’acqua viene trattenuta dall’organismo grazie alla presenza dei glicosaminoglicani (GAGs), polimeri idrofili in grado di trattenere grandi quantità d’acqua a livello della matrice extracellulare. Il derma è particolarmente ricco di acqua: contiene circa il 70% della riserva idrica dell’intera cute, concentrazione difficilmente intaccaccabile dagli eventi esterni ma dipendente principalmente dallo stato di idratazione dell’intero organismo e dall’efficienza della sintesi proteica da parte dei fibroblasti. In casi di disidratazione sistemica, la riserva dermica diventa la prima fonte dalla quale attingere per sopperire alle carenze idriche. Un’altra causa di depauperamento della riserva dermica è imputabile all’alterazione qualitativa e quantitativa delle molecole deputate a legare l’acqua, come nel caso del fotodanneggiamento nel quale le strutture dermiche sono alterate dalle radiazioni UV e perdono la capacità di trattenerla.
La struttura cutanea funziona come una barriera indispensabile a mantenere l’idratazione della pelle entro valori fisiologici. I principali fattori di questa barriera che presiedono al mantenimento dell’idratazione sono:
Questi componenti sono sottoposti ad un continuo processo di rinnovamento legato alla capacità dei cheratinociti dell’epidermide di riprodursi continuamente e di differenziarsi, dando così forma ai vari strati che compongono l’epidermide.
Vari fattori sia esogeni che endogeni possono alterare questi delicati meccanismi di difesa, provocando stati più o meno accentuati di disidratazione cutanea. Il livello di idratazione della cute è funzione dell’umidità, delle proprietà igroscopiche dello strato corneo e della presenza di fattori naturalmente idratanti, in assenza dei quali si instaura il fenomeno della secchezza cutanea. Oltre all’età e alla predisposizione genetica per l’invecchiamento cutaneo, numerosi fattori esterni possono provocare stati più o meno accentuati di disidratazione cutanea. I principali fattori di disidratazione sono di tipo chimico (es. l’azione solvente e delipidizzante legata all’appicazione ripetuta di tensioattivi) o legati a condizioni climatiche e ambientali sfavorevoli: vento, freddo e umidità degli ambienti, quando intervengono separatamente o congiuntamente, provocano disidratazione dello stato corneo con formazione di pelle secca, ruvida, desquamata, screpolata, arrossamenti, prurito ed altri fenomeni irritativi. Anche il contatto prolungato con l’acqua, nonostante la protezione del film sebaceo-sudorale, causa un impoverimento in NMF. Infatti, un’applicazione topica di sola acqua provoca uno stress su tutto lo strato corneo che causa un’alterazione della funzione di barriera. Le zone più esposte, come il viso e le mani, sono quelle maggiormente coinvolte; tuttavia anche altre zone cutanee sono particolarmente predisposte ad un’eccessiva secchezza cutanea spesso associata ad una più o meno evidente desquamazione.
Una cute disidratata favorisce la penetrazione di sostanze estranee, l’insorgere di stati infiammatori e causa la perdita d’elasticità e tono. L’applicazione di formulazioni cosmetiche sulla pelle disidratata è in grado restituirle levigatezza, morbidezza e distensibilità. E’ opportuno quindi intervenire con trattamenti idratanti che prevengono i fenomeni di disisdratazione, e al tempo stesso ristabiliscono il contenuto ottimale di acqua e di altre sostanze, che possono ridursi in seguito a molteplici fattori. I trattamenti topici sono in grado di intervenire sull’idratazione dello strato corneo ed anche di veicolare composti in grado di apportare acqua e di ristrutturare la barriera epidermica per reintegrare e ripristinare efficacemente il contenuto idrico e lipidico della cute (trattamenti a basae di collagene, acido ialuronico, urea, ceramidi, lipidi vaegetali, acidi grassi ecc). L’efficacia idratante di una formulazione è legata non solo alla presenza di ingredienti specificatamente idratanti, ma anche alla scelta del veicolo e della forma cosmetica che concorre al conferimento di tale proprietà.