La pulizia quotidiana della pelle, a qualunque età, è una procedura importante ed essenziale alla base della cura di sé, dal momento che non solo rimuove lo sporco indesiderato o eventuali batteri dalla pelle, ma anche le cellule morte superficiali, preparando la pelle ad assorbire meglio i trattamenti (farmaci/creme) per uso topico.
Problemi comuni come irritazioni, xerosi, dermatiti, eczemi, psoriasi, acne, rosacea e fotodanneggiamento lasciano la pelle vulnerabile agli insulti esterni soprattutto a causa di un’alterazione della barriera cutanea dello Strato Corneo (SC).
Nella detersione quotidiana è importante pertanto ridurre al minimo qualsiasi ulteriore indebolimento della barriera dello strato corneo, utilizzando detergenti delicati ed emollienti, che abbiano un pH neutro o acido (intorno a pH 5,5) e che non aggrediscano o alterino tale barriera provocando secchezza, irritazioni e prurito.
La pelle rappresenta la struttura più esterna del nostro corpo ed è perciò deputata anche alla custodia di un elemento indispensabile per la nostra sopravvivenza, l’acqua.
L’acqua è la fonte primaria dell’idratazione dell’organismo e in particolare rappresenta il più importante parametro per l’equilibrio funzionale e la salute della pelle, che complessivamente ne contiene circa il 67%, distribuita in modo molto diverso nei vari tessuti che la compongono. L’acqua, proveniente dai tessuti più profondi della cute, segue un percorso ben definito all’interno dei diversi strati cutanei: dal circolo sanguigno raggiunge il derma per poi diffondere regolarmente e costantemente fino agli strati superiori dell’epidermide e raggiungere la superficie più esterna costituita dalla barriera dello strato corneo, dove ha il compito di preservare l’idratazione cutanea.
L’idratazione naturale della pelle è il risultato di diversi meccanismi biologici con funzioni specifiche, che hanno luogo a livello di derma, epidermide e strato corneo. Questo tragitto dell’acqua dipende essenzialmente dalla secrezione delle ghiandole sudoripare, un processo attivo sottoposto al controllo del sistema nervoso, e delle ghiandole sebacee che insieme agli aggregati polipeptidici provenienti dal disfacimento dei corneociti, da sostanze di natura purinica e glucidica derivanti dalla denucleazione dei cheratinociti, e da lipidi di provenienza epidermica, costituiscono una miscela di sostanze lipofile e idrosolubili, il cui compito consiste nel proteggere la cute e, in particolare, nel mantenere idratato lo stato corneo. A livello dello strato corneo poi l’acqua libera, evapora attraverso un processo definito “perspiratio insensibilis” o anche perdita transepidermica di acqua (TEWL – Trans Epidermal Water Loss), che consiste nell’evaporazione costante e passiva di acqua sotto forma di vapore a livello dello strato più esterno dell’epidermide. La sua entità è molto variabile e dipende dal grado di umidità, dalla temperatura, dalla ventilazione ambientale. Il movimento dell’acqua fra le cellule nei differenti livelli dell’epidermide dipende anche da proteine specifiche denominate acquaporine, presenti nell’epidermide che formano dei canali preposti a veicolare acqua e ingredienti idrosolubili, trasportandoli in superficie. Una corretta idratazione dell’epidermide e dello strato corneo, è possibile solo se l’apporto idrico dal derma è sufficiente a bilanciare le perdite insensibili e se la capacità di idroritenzione dei comparti superiori della cute risulta efficente e costante.
A livello del derma, l’acqua viene trattenuta dall’organismo grazie alla presenza dei glicosaminoglicani (GAGs), polimeri idrofili in grado di trattenere grandi quantità d’acqua a livello della matrice extracellulare. Il derma è particolarmente ricco di acqua: contiene circa il 70% della riserva idrica dell’intera cute, concentrazione difficilmente intaccaccabile dagli eventi esterni ma dipendente principalmente dallo stato di idratazione dell’intero organismo e dall’efficienza della sintesi proteica da parte dei fibroblasti. In casi di disidratazione sistemica, la riserva dermica diventa la prima fonte dalla quale attingere per sopperire alle carenze idriche. Un’altra causa di depauperamento della riserva dermica è imputabile all’alterazione qualitativa e quantitativa delle molecole deputate a legare l’acqua, come nel caso del fotodanneggiamento nel quale le strutture dermiche sono alterate dalle radiazioni UV e perdono la capacità di trattenerla.
La struttura cutanea funziona come una barriera indispensabile a mantenere l’idratazione della pelle entro valori fisiologici. I principali fattori di questa barriera che presiedono al mantenimento dell’idratazione sono:
Questi componenti sono sottoposti ad un continuo processo di rinnovamento legato alla capacità dei cheratinociti dell’epidermide di riprodursi continuamente e di differenziarsi, dando così forma ai vari strati che compongono l’epidermide.
Vari fattori sia esogeni che endogeni possono alterare questi delicati meccanismi di difesa, provocando stati più o meno accentuati di disidratazione cutanea. Il livello di idratazione della cute è funzione dell’umidità, delle proprietà igroscopiche dello strato corneo e della presenza di fattori naturalmente idratanti, in assenza dei quali si instaura il fenomeno della secchezza cutanea. Oltre all’età e alla predisposizione genetica per l’invecchiamento cutaneo, numerosi fattori esterni possono provocare stati più o meno accentuati di disidratazione cutanea. I principali fattori di disidratazione sono di tipo chimico (es. l’azione solvente e delipidizzante legata all’appicazione ripetuta di tensioattivi) o legati a condizioni climatiche e ambientali sfavorevoli: vento, freddo e umidità degli ambienti, quando intervengono separatamente o congiuntamente, provocano disidratazione dello stato corneo con formazione di pelle secca, ruvida, desquamata, screpolata, arrossamenti, prurito ed altri fenomeni irritativi. Anche il contatto prolungato con l’acqua, nonostante la protezione del film sebaceo-sudorale, causa un impoverimento in NMF. Infatti, un’applicazione topica di sola acqua provoca uno stress su tutto lo strato corneo che causa un’alterazione della funzione di barriera. Le zone più esposte, come il viso e le mani, sono quelle maggiormente coinvolte; tuttavia anche altre zone cutanee sono particolarmente predisposte ad un’eccessiva secchezza cutanea spesso associata ad una più o meno evidente desquamazione.
Una cute disidratata favorisce la penetrazione di sostanze estranee, l’insorgere di stati infiammatori e causa la perdita d’elasticità e tono. L’applicazione di formulazioni cosmetiche sulla pelle disidratata è in grado restituirle levigatezza, morbidezza e distensibilità. E’ opportuno quindi intervenire con trattamenti idratanti che prevengono i fenomeni di disisdratazione, e al tempo stesso ristabiliscono il contenuto ottimale di acqua e di altre sostanze, che possono ridursi in seguito a molteplici fattori. I trattamenti topici sono in grado di intervenire sull’idratazione dello strato corneo ed anche di veicolare composti in grado di apportare acqua e di ristrutturare la barriera epidermica per reintegrare e ripristinare efficacemente il contenuto idrico e lipidico della cute (trattamenti a basae di collagene, acido ialuronico, urea, ceramidi, lipidi vaegetali, acidi grassi ecc). L’efficacia idratante di una formulazione è legata non solo alla presenza di ingredienti specificatamente idratanti, ma anche alla scelta del veicolo e della forma cosmetica che concorre al conferimento di tale proprietà.