La cute è un organo costituito da un insieme dinamico di diversi tessuti che ricopre completamente il corpo, lo protegge, lo separa dall’ambiente esterno e lo collega a quello interno. Rappresenta l’organo più grande del corpo umano. Infatti nell’adulto ha una superficie totale media calcolata intorno a 1,5-2 m² ed un peso pari al 10-15% dell’organismo. Lo spessore della cute varia in funzione dell’individuo, del sesso, dell’età e delle varie sedi del corpo umano ed è compreso tra 0,5 mm (palpebre) e 3-6 mm (es. palmo delle mani e pianta del piede).
L’epidermide rappresenta la parte della cute direttamente a contatto con l’esterno, avente essenzialmente la funzione di protezione. Risulta costituita da 4 strati che, andando dall’esterno verso l’interno sono:
Inoltre in sede palmo-plantare, zona del corpo esposta ad attrito, presenta un quinto strato chiamato Strato lucido, responsabile dell’impermeabilità della cute.
Il derma è lo strato della cute posto inferiormente all’epidermide al di sotto della giunzione dermo-epidermica e rappresenta la grande massa dell’organo cute. Lo spessore del derma varia da 0,3 a 3 mm, a seconda delle zone del corpo, ed è costituito da tessuto connettivo riccamente vascolarizzato e innervato. I capillari sanguigni si portano fino all’apice delle papille dermiche e costituiscono la fonte di nutrimento per l’epidermide che non è vascolarizzata. Dal derma dipendono elasticità, resistenza, spessore e capacità di sostegno della cute.
Il derma è composto da una fitta trama di fibre e da una grande quantità di cellule immerse in una sostanza sotto forma di gel, detta sostanza fondamentale.
Sostanza Fondamentale
La sostanza fondamentale, sotto forma di gel, permea tutto il derma e costituisce il tramite attraverso cui l’ossigeno e le sostanze nutritive, provenienti dalla microcircolazione sanguigna, raggiungono le cellule e, in senso inverso, l’anidride carbonica e le scorie metaboliche passano dalle cellule alla circolazione.
I principali costituenti della sostanza fondamentale sono particolari macromolecole (mucopolisaccaridi) di cui la principale è l’acido ialuronico. Questo ha la capacità di legare grandi quantità di acqua e, quindi, di influenzare in maniera determinante il tono, l’elasticità e lo spessore della cute.
Inseriti nel derma si trovano, infine, anche le ghiandole sudoripare, i bulbi piliferi, le ghiandole sebacee e numerose strutture nervose, oltre alla rete vascolare e alla rete linfatica che si dirige verso l’ipoderma.
L’Ipoderma o tessuto connettivo sottocutaneo è lo strato più profondo e più spesso della cute di natura prevalentemente adiposa. È compreso tra il derma, posizionato sopra, ed una membrana molto resistente, posizionata al di sotto dell’ipoderma, che ricopre i muscoli dello scheletro e, in qualche caso, si adagia direttamene sulle ossa (es. sterno).
L’ipoderma è costituito da uno scheletro di tessuto connettivo fibroso, di collagene ed elastina, che delimita delle concatenazioni (o lobi) piene di cellule adipose. È riccamente innervato e vascolarizzato e presenta anche alcune ghiandole sudoripare e bulbi di follicoli piliferi.
La struttura e lo sviluppo dell’ipoderma dipendono dalle zone corporee, dall’età, dal sesso, dalla nutrizione e da fattori ormonali. Con l’avanzare dell’età si verifica una deplezione del tessuto adiposo e questo rende la pelle flaccida ed avvizzita.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno molto complesso, programmato geneticamente e caratterizzato dalla graduale riduzione della capacità dell’organismo di rispondere agli stress endogeni ed esogeni e di organizzare le strutture biologiche proprie del derma.
L’avanzare dell’età comporta modificazioni di tutte le componenti dell’apparato tegumentario:
L’insieme delle progressive modificazioni metaboliche, strutturali e funzionali a carico della cute e delle strutture di sostegno (tessuto osseo, adiposo e muscolare) determinano pertanto la comparsa di rughe, lassità dei tessuti, alterazioni della pigmentazione e altre degenerazioni epiteliali.
In sintesi tali alterazioni sono causate da una ridotta attività dei fibroblasti con conseguente diminuzione della produzione degli elementi costitutivi delle fibre collageniche ed elastiniche, nonché degli elementi macromolecolari della sostanza fondamentale (acido ialuronico) a della loro capacità di organizzarsi in strutture molecolari biochimicamente stabili. Ciò conduce ad un deterioramento delle funzioni biologiche e delle strutture cutanee con conseguente diminuzione di vitalità, calo dei processi di riparazione ed aumento della vulnerabilità verso i danni causati da fattori esogeni ed endogeni, amplificando ulteriormente il normale processo di invecchiamento cutaneo geneticamente “programmato”.
L’integrità quindi del tessuto connettivo nel suo insieme, rappresenta il fattore determinante il regolare biotrofismo cutaneo.
I fattori che influiscono sull’invecchiamento cutaneo sono:
Grazie ai progressi della dermatologia, della medicina estetica e della dermocosmesi, oggi è possibile “intervenire” sui danni causati dall’invecchiamento tramite programmi di Biorivitalizzazione che, attraverso infiltrazioni del derma (Fillers), inducono un temporaneo e localizzato miglioramento della cute. Attualmente il mercato della medicina estetica e della dermocosmesi non propone però soluzioni efficaci per il trattamento totale del viso e del corpo, sia in termini di bioristrutturazione che di biorigenerazione cutanea, con un approccio polivalente al problema dell’invecchiamento, delle rughe e della lassità dei tessuti. Non sono disponibili infatti preparati medicali che presentino un’associazione di principi attivi tali da intervenire globalmente sul complesso e multifattoriale processo dell’invecchiamento cutaneo, in quanto presentano solitamente basse concentrazione di principi attivi (a volte solo tracce) da non giustificare alcun effetto terapeutico; scarso assorbimento dei principi attivi per assenza di adeguati veicolanti dermici; inadeguata tecnica farmaceutica (estrazione, titolazione, stabilizzazione, conservazione ecc.); Non esistono inoltre trattamenti sistemici credibili in grado di apportare reali nutrimenti al derma.
L’ipotesi di impiego di un preparato polivalente in medicina estetica che abbia un’attività biorigenerante e bioristrutturante sarebbe sia di supporto al trattamento infiltrativo, nell’implementare gli effetti terapeutici conseguibili nel tempo, sia come valida terapia alternativa di tipo topico, in determinati casi, e come adiuvante e preparatorio a tutti i trattamenti di chirurgia estetica. L’ipotesi di impiego di un preparato topico in medicina estetica potrebbe essere anche di grande sostegno per altri trattamenti (peeling, scrub, lifting, botulino) nell’aumentarne la durata, l’efficacia e nel preservare la soddisfazione estetica del paziente nel tempo.
In realtà sarebbe opportuno, nella prevenzione e/o cura dei danni dell’invecchiamento cutaneo, l’impiego combinato del trattamento sistemico e di quello topico per implementare al massimo l’apporto di sostanze nutritive, rigeneranti e ristrutturanti del derma.